Proposte per la città. |
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I principi ispiratori del programma sono i valori liberali che sono incentrati sui limiti del potere di chi governa, a garanzia dei diritti di libertà dei singoli cittadini ,i quali sono al centro di tutta l'attività comunale, perché si realizzi finalmente una democrazia reale con i diritti garantiti a tutti e non i privilegi per pochi . Il programma è indirizzato a realizzare uno sviluppo economico, sociale, culturale, ambientale ed occupativo della città che tenga conto soprattutto delle fasce deboli che devono essere aiutate ad inserirsi in un contesto lavorativo consono alla dignità individuale. Il programma deve tendere ad aiutare i giovani nel difficile cammino della realizzazione personale ed economica, in una città dinamica, immersa nel verde, a dimensione umana. Il programma si basa sulla ricerca di soluzioni utili a creare occupazione nel rispetto dell'ambiente, sfruttando le peculiarità del nostro territorio, per raggiungere un benessere complessivo maggiore e la ricerca di una condizione di vivibilità ottimale per i cittadini che devono diventare i soli proprietari della Casa Comunale. PROGRAMMA |
ORISTANO LIBERALE |
- RIFORMA COSTITUZIONALE IN SENSO PRESIDENZIALISTA CON L'ELEZIONE DIRETTA DEL CAPO DELLO STATO ,GUIDA DELL'ESECUTIVO. - PARLAMENTO ELETTO CON L'UNINOMINALE MAGGIORITARIO AD UN TURNO. - FEDERALISMO POITICO E FISCALE. - STATO REGOLAMENTATO DAI MERCATI MA NON PROPRIETARIO O GESTORE DI IMPRESE. - LIBERA SCELTA TRA SISTEMI PUBBLICI E PRIVATI NEL CAMPO DELLA SANITA' , PREVIDENZA, SCUOLA. - SCUOLA DELL'OBBLIGO GRATUITA. - PATTO FISCALE CON POCHE TASSE , MA PAGATE DA TUTTI. - CERTEZZA DELLE REGOLE CON POCHE LEGGI SEMPLICI IMPRONTATE AL PRINCIPIO CHE TUTTTO E' LECITO TRANNE CIO' CHE E' ESPLICITAMENTE VIETATO. - RESPONSABILITA' CIVILE DEI GIUDICI. - DISTINZIONE DELLE CARRIERE NELLA MAGISTRATURA.
Quando ho deciso di prendere parte alla competizione elettorale, con una lista civica di ispirazione liberale, svincolata da qualunque contesto partitico e da alleanze e coalizioni ,è stato solo per cercare di dare un contributo, seppure modesto e piccolo, per cercare di cambiare la politica. Quella politica , quel modo di fare politica che ha disatteso le migliori speranze di troppi cittadini che credevano negli ideali, nei valori , nell’individuo. Quella politica che ci ha portato, invece sull’orlo del baratro economico, sociale, occupazionale, senza che si intravedano motivi di speranza per un futuro diverso. Viviamo anni difficili a causa di scellerate operazioni politiche, di inefficienza, lassismo e incapacità. Scontiamo anni di terrorismo politico i cui risultati fallimentari c ondizionano in negativo la crescita della società. Abbiamo sprecato troppe opportunità e vanificato occasioni favorevoli di sviluppo, non abbiamo saputo cogliere i frutti né impostare un programma per il futuro quando la realtà economica era favorevole. La nostra classe politica ha saccheggiato le nostre migliori opportunità di sviluppo e di ricchezza , per incultura, miopia, insensibilità sociale e per tornaconto politico personale. Ed ecco allora che nel momento in cui avremo dovuto lanciare la sfida al futuro che incombe con trasformazioni e rivolgimenti profondi, siamo sprovvisti di risorse indispensabili per poter reggere il confronto con altre realtà e affrontare positivamente le problematiche della evoluzione economica e sociale. Viviamo una realtà di estrema sofferenza senza che si riesca ad intravedere una ragione di speranza, e alla luce della Dichiarazione programmatica, mi convinco che gli effetti e le conseguenze negative del passato incombono sulle scelte e sulle metodologie politiche del presente. Di un presente che è caratterizzato da una coalizione eterogenea, composta da un insieme di partiti e di ideologie contrapposte uniti dal potere, un potere centrista e moderato, che a me personalmente spaventa. Spaventa alla luce del potere di attrazione che ha questa coalizione nei confronti di altri movimenti che tendono al centro, ma soprattutto verso il potere ,comunque sia, e non importa con chi condividerlo. Questa coalizione, che è la naturale continuazione con il passato , tende a fagocitare ed annullare, in nome della moderazione, qualunque opposizione . Non rimane che aspettare di vedere i cugini separati del PPI e Forza Italia confluire nella maggioranza, per garantire continuità amministrativa e governo della città per i prossimi vent’anni. Ed allora, anche quando l’ultima illusione di cambiamento sarà svanita, non resterà, invece di cercare di modificare il corso della politica oristanese, che cambiare città.
Analizzando più in dettaglio la Sua dichiarazione programmatica, mi permetta di dirLe che, considerata la situazione della nostra città, e la grave situazione economica, il Suo programma è insufficiente, limitato, ma soprattutto inadatto ad affrontare e soprattutto risolvere i problemi della nostra comunità cittadina. E’ un programma carente perché manca l’impronta di un Sindaco che sappia volare alto , che si elevi dai contorni dello strettamente necessario, che sappia incidere con i fatti, tangibilmente con impegni reali , non con intenzioni e buone parole . Un Sindaco che sappia offrire progettualità ampia indirizzata a risolvere i gravi problemi che affliggono la nostra realtà comunale, che sappia portare la politica fuori dai percorsi normali , oltre le procedure che ingabbiano e mortificano le aspettative della gente. Un Sindaco di idee, di ideali, di propositività, non un Sindaco che invece di illustrare il proprio programma ha incentrato la sua campagna elettorale contro il sindaco uscente. Non è bello andare contro qualcuno, vivere contro gli altri . Questa è una mentalità di chi non sa costruire ma solo distruggere. Ed infatti il documento presentato risente di questa impostazione, laddove si evidenziano le carenze piuttosto che proporre soluzioni e progetti per la loro risoluzione. Ed anzi vi è nel suo documento programmatico una affermazione che ritengo grave, e cioè il fatto che vi possa essere l’affievolimento dell’interesse generale che viene subordinato agli interessi particolari o personali quando questi possano essere di utilità alla collettività. Significa, per dare un senso alle parole, che siccome è difficile o comunque discrezionale la valutazione sull’effettiva utilità per la collettività di un operazione i cui benefici sono comunque personali, ci sarà un'interpretazione estensiva tale che ogni interesse personale potrà dar luogo anche ad un conseguente interesse collettivo. Non entro nel merito circa le sue valutazioni sulla centralità di Oristano, sulla emarginazione in conseguenza proprio della centralità, sulla definizione di Oristano "Guida Insicura ". Prendo atto della sua visione e della considerazione che ha verso la sua città che se davvero è diventata guida insicura è stato purtroppo a causa di troppi anni di cattiva amministrazione, di troppi anni di egemonia politica di partiti che hanno causato un impoverimento e un decadimento della nostra realtà comunale e provinciale, partiti che lei pure conosce bene e che nonostante le fa dire che " Oristano è incapace di costruirsi un futuro ". Io aggiungo che è incapace di avere un futuro perché non ha saputo scegliere il presente che potesse garantirle il futuro. E futuro non può essere solo il Piano Urbanistico Comunale. Quando tutta la fantasia, l’acume politico, le capacità di individuare soluzioni innovative per seguire il corso degli eventi, si ferma davanti al Piano urbanistico, per scoprire che i "Piani urbanistici costituiscono il più solido esempio di politica di investimenti, mi permetta di dissentire. La chiamerei, piuttosto politica delle speculazioni, della cementificazione, la solita politica oristanese dell’espansione oltre ogni ragionevole confine in relazione alla densità abitativa. Per dare una giustificazione alle vostre mire espansionistiche vi siete inventati l’idea del baricentro basso che bisogna spostare verso nord, verso il fiume, per inglobare il fiume dentro " una nuova grande Oristano ". Mi viene da sorridere pensando come sarà Oristano nei prossimi anni, cosa riuscirà a concretizzare questa Giunta che vuole realizzare un poetico parco fluviale. Sorrido pensando ai palazzi Saia, al Sotico, al palazzo della Sip, ai palazzi finanziari, alle antiestetiche costruzioni sorte nel centro a fianco delle vecchie costruzioni eleganti e signorili della vecchia Oristano. Una città senza uno stile architettonico ben definito, senza regole, senza parcheggi, con strade strette, senza marciapiedi, oppure occupati dalle radici degli alberi addossati alle facciate delle case con aree abbandonate ai rifiuti e alle erbacce, una città con la periferia degradata e slegata dal contesto cittadino. Una città che avrebbe necessità di un recupero delle aree disponibili all’interno della città con il recupero anche del patrimonio edilizio del centro storico, prima di pensare all’individuazione di nuove zone di espansione. Sarebbe utile individuare nuovi comparti per altri studi di piani particolareggiati e rendere attuativi quelli già predisposti, privilegiando le zone dove è possibile un consistente recupero di ulteriore volumetria, spazi e servizi pubblici. Sarebbe utile, altresì , uno studio per il recupero architettonico delle abitazioni cittadine degradate. Di questo ritengo ci sia bisogno prima di pensare all’espansione verso il fiume. Come ho già detto , nel suo programma i problemi vengono sfiorati e mai compiutamente affrontati, li sorvola promettendo solo che dedicherà attenzione e impegno . Così non si comprende come verrà affrontato il problema del settore commercio, il problema dei mercati, non affronta il problema della periferia, non illustra le soluzioni per la valorizzazione commerciale, sportiva, turistica di Torre Grande, non affronta problematiche occupative, non si pone il problema dello sviluppo economico della città, quali prospettive offrire ai giovani in cerca di prima occupazione,.non considera il cittadino quale soggetto attivo della politica, non coinvolge i giovani nel percorso politico cittadino, non fa un solo cenno alla figura, peraltro prevista dallo Statuto Comunale, del Difensore Civico.
Gli unici progetti che sono stati elaborati riguardano il settore dei servizi sociali, con dei punti del programma condivisibili perché di alto spessore morale e civile e perché sono rivolti alla fascia dei cittadini più deboli e bisognosi, con dei progetti che salvaguardano la dignità personale . Però, oltre questa progettualità non si riesce ad andare. Si continua a percorrere le strade della ordinaria amministrazione, laddove non vengono presentate proposte irrealizzabili, altre che non sono di competenza del Comune, altre ancora impossibili. Mi permetterò, durante la vita consiliare, di avanzare proposte che ritengo utili per il soddisfacimento dei bisogni primari della collettività, sperando nella sensibilità della Giunta di saper recepire i suggerimenti costruttivi che verranno formulati dai banchi dell’opposizione. Auguro alla Giunta di riuscire a restare distaccata dal potere e dalle poltrone e sappia trovare un percorso svincolato dai partiti , una strada libera, per realizzare progetti funzionali alla città e non più in funzione di una realizzazione politica personale. Ora siete chiamati a tramutare le parole in fatti concreti. Perché ora non è più tanto un problema di schieramenti, di ideologie, di partiti. E’ piuttosto, semplicemente, una questione di uomini e di idee. Che non si inventano e non si creano con l’appartenenza ad un partito o ad una coalizione vincente.
Nel formulare l’augurio di un buon lavoro a lei, Signor sindaco e a tutta la Giunta, Vi ringrazio per l’attenzione accordatami.
Intervento in occasione della Prima Riunione del Consiglio Comunale di Oristano 1998
Domenico Cugusi
Domenico Cugusi
Oristano Liberale Amministrare è sicuramente difficile. Amministrare bene secondo i principi della trasparenza, buona amministrazione ed economicità, ma soprattutto in funzione di tutta la collettività , senza discriminazioni , disparità di trattamento, con imparzialità, dall’esperienza ricavatane in questo Consiglio, mi pare impossibile, almeno per quanto riguarda questa maggioranza. Analizzare il bilancio di previsione risulta difficile , per chi cerca di svolgere il ruolo assegnatogli dagli elettori in modo serio e responsabile, cercando di offrire un contributo sempre costruttivo alla realizzazione di progettualità utili solo alla collettività comunale . E’ difficile analizzare l’insieme di idee non ben definite che non hanno una precisa collocazione spazio – temporale, nè progettualità compiuta e realizzabile. Era difficile aspettarsi qualcosa di diverso da una coalizione che pare amministri in modo provvisorio, a tempo determinato, per realizzare un disegno politico particolare e preciso, funzionale a situazioni diverse dall’interesse collettivo e generale. Una maggioranza antidemocratica perché ha spesso usato i numeri della democraticità per far prevalere situazioni ad essa favorevoli, usando statuto e regolamento a proprio uso e consumo interpretandolo a seconda della convenienza .Una maggioranza ancorata a vecchi sistemi politici clientelari che utilizza l’inefficienza e la mancanza di cultura della legalità della struttura comunale, per determinare situazioni ad essa favorevoli nella ricerca del consenso ottenuto con l’elargizione di favori piuttosto che con la concessione del diritto dovuto. Una maggioranza che non applica le norme generali che regolamentano l’attività del Consiglio, che disattende lo Statuto comunale, è una maggioranza non legittimata a governare secondo i principi della legalità. Una maggioranza che ha paura delle regole, delle giuste garanzie che la legge offre ai cittadini, una maggioranza che ha avuto l’ardire e l’arroganza di permettersi, con una votazione da regime, di boicottare l’elezione, non già l’istituzione, peraltro già prevista e sancita dallo statuto, del Difensore Civico, una figura che garantisce il rispetto della legalità e della giustizia nella pubblica amministrazione.Eppure questa maggioranza ha paura che venga eletto colui che dovrebbe garantire non solo i cittadini ma anche gli stessi amministratori. Una maggioranza che sino ad oggi ha amministrato a nome e per conto di pochi, realizzando di fatto una disparità di trattamento tra cittadini, creando categorie privilegiate a scapito delle categorie non protette o meglio di coloro che dignitosamente non chiedono per favore ciò che spetta loro di diritto. Che ha elevato al rango di regola generale, le eccezioni, quelle deroghe e quelle varianti di cui sono pieni gli ordini del giorno delle riunioni del Consiglio. Una maggioranza che è riuscita a uniformare i gruppi consiliari secondo schemi a lei più congeniali, pretendendo da tutti comportamenti univoci e in sintonia con gli indirizzi della Giunta. Una Giunta che nonostante le calunniose frasi usate dal legale del Comune nei confronti del di un Consigliere, e nonostante l’errata interpretazione e l’inesatta consulenza prestata, quale premio alla sua capacità gli rinnova l’incarico, fino al 30.06.2000 per l’importo di £.5.173.848, con i denari dei contribuenti. Sono in attesa che il Comune proceda nei miei confronti secondo quanto disposto nella delibera di Giunta e secondo quanto consigliato dal legale del Comune. Sono in attesa di una convocazione del consiglio per la discussione del documento diffamatorio stilato dal legale del Comune, in quanto le argomentazioni del segretario comunale a sostegno della tesi secondo la quale non si debba discutere tale argomento in consiglio, non le ritengo pertinente al motivo del contendere. Attenderò solo altri venti giorni a partire dalla data odierna per avere diritto ad una commissione speciale di indagine, dopo di che procederò a formalizzare gli atti dovuti alla procura della repubblica. E’ questo sarebbe comunque solo il primo passo, perché altri ne seguiranno dello stesso tenore . Ma, tornando al documento programmatico, si avverte in esso la mancanza di una attenta e puntuale analisi delle carenze e delle esigenze primarie della collettività comunale, un’analisi dell’esistente, una seria valutazione della realtà cittadina con una successiva valutazione e un indirizzo politico per programmare gli interventi in relazione alle esigenze rilevate, visto che la Giunta ritiene di essere " osservatore privilegiato ". Osservatore privilegiato ed attento sicuramente alle esigenze dei partiti e delle promesse elettorali più che delle esigenze reali della città. L’impressione che si rileva partecipando alle riunioni del Consiglio Comunale, è che questa maggioranza non sia interessata a realizzare il programma minimo con il quale si è presentata alle elezioni, ma piuttosto, al di là dei programmi cartacei che puntualmente vengono rinviati di anno in anno, a porre in essere una serie di interventi, non già in funzione della città, ma piuttosto di particolari richieste personali. Le varianti e le deroghe sono il palese esempio di una amministrazioni che tende a perseguire interessi particolari e specifici, in nome di ipotetiche certezze nelle risposte da dare ai cittadini. Solo che le risposte positive sulle eccezioni e sui privilegi vengono date con tempestività anomala rispetto alle risposte che invece l’ente, l’apparato burocratico comunale dà sui diritti soggettivi e gli interessi legittimi dei comuni cittadini, diritti basati sul principio della legalità e delle regole generali, non piuttosto sulle deroghe ed eccezioni. Così la città, anche per un osservatore distratto e superficiale, appare sempre più desolatamente abbandonata all’incuria, al caos, ad un lento ma inesorabile declino. Strade strette difficilmente percorribili, intasate da auto parcheggiate su entrambi i lati, piazze inesistenti, marciapiedi ricoperti malamente da più strati di bitume per nascondere le radici degli olmi che creano avvallamenti pericolosi per l’incolumità dei cittadini, spiazzi abbandonati ricoperti da erbacce, discariche abusive in città, tetti delle case ricoperti di amianto, segnaletica stradale inesistente ed abbondante invece di cartelli indicatori talvolta errati e sistemati in modo da offendere il decoro delle abitazioni private, cassonetti dei rifiuti speciali stracolmi, bottiglie sparse per i marciapiedi , strade e marciapiedi sporchi, illuminazione carente , nelle periferie addirittura inesistente. Senza necessità di addentrarci nell’analisi del bilancio, chiunque, osservando la realtà oggettiva, con le sole lenti della obiettività, può giudicare l’inefficienza di questa amministrazione. Non è necessario ripercorrere il cammino delle incompiute di oggi e di quelle che questa maggioranza lascerà per esprimere un giudizio sulla giunta. Se poi si pensa al Piano generale del traffico, alla Casa dello studente, alla circonvallazione ovest, al parco fluviale, ai piani di urbanizzazione di via Cagliari (ex Caldersarda) , alla vendita degli immobili di proprietà comunale, alla riqualificazione urbana della periferia, alla mancata elezione del difensore civico, all’abbandono in cui versa p.zza Ungheria, allo spostamento della stazione Arst con la creazione del relativo parcheggio, al polo internodale, alla creazione di una vera zona industriale, alle case minime di via Nuoro, agli impianti sportivi, alle strutture scolastiche… un lungo rosario di incompiute, di opere che mai saranno realizzate perché oltre a non esserci la volontà di realizzarle, manca anche la predisposizione a contemplare quale possibilità per la realizzazione delle opere, una minima progettualità che possa ricevere i finanziamenti esistenti, non già pensare solo ed esclusivamente all’indebitamento mediante contrazione di mutui.Non credo qualcuno abbaia tanta fede o sia tanto ingenuo da credere che si possano realizzare gli interventi previsti in bilancio per il 99 e fatti slittare al 2002 quando un’altra amministrazione subentrerà con programmi magari diversi . E’ facile far slittare di anno in anno i possibili progetti da realizzare in attesa di futuri eventi che potrebbero determinare, quando si tireranno i bilanci finali del vostro operato, a considerare tutti gli alibi e le giustificazioni possibili per coprire la mancata realizzazione dei programmi elettorali. Ed infatti le promesse di opere da realizzare, contenute nel documento, non sono equilibrate e razionali, toccando tutti i settori della realtà cittadina, ma piuttosto indirizzate a soddisfare le esigenze politiche e di visibilità clientelare dei maggiori partiti di maggioranza. Se la Giunta, in uno slancio propositivo, di partecipazione sentita alle problematiche cittadine, avesse analizzato la realtà in maniera oggettiva senza le lenti distorte degli interessi partitici, avrebbe potuto constatare una situazione diversa da quella che si evince analizzando i possibili interventi previsti da questa giunta. Intanto il primo obiettivo di questa coalizione politica, era quello di restituire ad Oristano la dignità e l’orgoglio di essere città. E dal programma presentato non si può dire che si sia andati in questa direzione. Per restituire ad Oristano l’importanza che le compete e calarla nel ruolo attivo e reale di Capoluogo di Provincia, quel ruolo e quella dimensione che ha perduto negli ultimi anni, sarebbe stata necessaria una guida diversa, un’impostazione programmatica di più alto respiro, progettualità che riuscissero ad elevarsi dall’ordinaria amministrazione e pensare Oristano inserita in un contesto innovativo, propulsivo, attivo, da protagonista attiva della crescita e dello sviluppo della Sardegna. Pensare Oristano lanciata verso il futuro, creando le condizioni per uno sviluppo economico ed occupazionale che ponesse le basi per una rinascita reale e duratura. Purtroppo oltre l’ordinaria manutenzione non si riesce ad andare. Un’ordinaria manutenzione peraltro non realizzata concretamente ma teoricamente inserita solo nel bilancio ma difficilmente comunque realizzabile. Non un solo progetto la cui realizzazione era prevista per il 1999 è stato realizzato, ma neppure iniziato. Nel bilancio precedente era prevista la realizzazione, nel 1999 delle seguenti opere : Realizzazione Piano Allargamenti stradali , attraverso un mutuo, per l’importo di £.1.100.000. E’ stato spostato al 2000 con una drastica riduzione per un importo di soli £. 30.000.000. Realizzazione Mercati Generali . Questo progetto è previsto per il 2000, attraverso un mutuo con la legge regionale n° 37/98 che non contempla la realizzazione di questo progetto. Lo stesso discorso vale per le millantate realizzazioni del parco Foro Boario e del Restauro della Colonia ex Eca, che ritengo non saranno finanziate perché la legge non finanzia opere pubbliche fine a se stesse. Il collegamento di P.zza Ungheria alla via Meucci non sarà mai realizzato perché bisognerebbe demolire un’immobile di recente costruzione.
Il Parco fluviale rimarrà un sogno da esibire e spendere in altre campagne elettorali . L’impianto di illuminazione in periferia e nelle frazioni non sarà realizzato con appena un miliardo e mezzo in tre anni . Si spera che i commercianti aumentino il numero delle insegne luminose per sopperire alla scarsità di illuminazione pubblica anche laddove sono stati sistemati altri lampioni, ma il risultato appare comunque modesto. E cosa dire del " recupero del patrimonio di valore storico e artistico quali la " Casa di Eleonora ", e la " Casa Soggiu ", e il riacquisto della Reggia Giudicale con il conseguente trasferimento delle carceri in altra ubicazione " . Dovranno essere date risposte anche per quanto riguarda i progetti del "Museo Etnografico, del Museo del mare a Torregrande, del Museo naturale della Flora e della Fauna Mediterranea con giardino botanico nella golena del Tirso o nella Zona di Palloni ". E non stiamo parlando di grandi progettualità che possano far decollare la città, semplicemente di poche opere, di ordinaria manutenzione. Ed invece avremmo dovuto presentare progetti di alto spessore, che potessero incidere in modo tangibile per determinare lo sviluppo della città. Bisognava ripensare alla Zona Industriale, a creare una vera Zona Industriale, perché quella esistente è più una zona artigianale e portuale, dislocata in una infelice posizione, lontano dagli snodi stradali, ferroviari e aeroportuali, una Zona Industriale inserita in una zona di accesso alla principale arteria stradale sarda, la S.S. 131, nella zona di Fenosu, creando i presupposti per uno sviluppo industriale che tenesse conto della realtà oristanese e si incentivassero le imprese con agevolazioni di natura economica, fiscale, di servizi, di trasporto, collegando la zona industriale all’aeroporto, sempre nella zona di Fenosu e alla Stazione Ferroviaria ubicata nelle vicinanze.Sarebbe necessario, doveroso, utilizzare tutte le migliori energie, senza contrapposizioni partitiche, perché Oristano sia effettivamente Capoluogo con tutti i vantaggi e le peculiarità proprie di un capoluogo posto al centro della Sardegna. Ed in questo senso è indispensabile puntare alla istituzione di una vera facoltà universitaria, svincolata da Cagliari, con la istituzione di facoltà che non sono presenti nell’isola, quali architettura o psicologia, oppure che sono presenti solo al nord Sardegna, come la facoltà di Agraria, potendo contare, Oristano, sulla peculiarità del suo territorio , dove l’agricoltura è uno dei settori trainanti e una delle principali risorse dell’economia provinciale.Così come bisognerebbe pensare alla creazione del Centro agroalimentare sempre nella zona di Fenosu in modo da aversi un Centro globale di strutture, servizi, collegamenti viari indispensabili allo sviluppo sia commerciale che industriale . Così come sarebbe indispensabile oltre che battersi perché il porto di Oristano venga classificato scalo di rilevanza nazionale , puntare allo sviluppo portuale anche in termini di traffico passeggeri e non solo merci, in un ottica di sviluppo complessivo del settore turistico,ed in considerazione dell’ipotesi di apertura dello scalo di Fenosu almeno con i voli charter.In tal senso sarebbe indispensabile che il Comune di Oristano coordinasse con gli altri Comuni costieri limitrofi e con l’Ente Provinciale, un Piano Turistico Provinciale, perché non si può pensare di sviluppare il turismo rinchiudendosi nel proprio particolare, ma si deve considerare complessivamente il possibile sviluppo turistico, unendo gli sforzi e cooperando con la Provincia per definire in modo globale e complessivo tutti gli interventi con valenza provinciale in una sinergia di interventi che crei interscambi, soluzioni alternative, strutture e servizi razionalmente dislocati nell’ambito di tutto il territorio contemplando la possibilità anche di un turismo che valorizzi le zone interne.Per fare questo Oristano deve crescere come città guida, come città che riesca finalmente a cambiare la mentalità restrittiva e paesana che l’ha contraddistinta sino ad oggi, e si ponga in un ottica più moderna, più aperta, più seriamente interessata allo sviluppo economico di tutti i cittadini e non solo a tutelare i soliti gruppi di potere e le lobby consolidate che permettono a certi politici di mantenere il consenso Ed allora analizzando la realtà oristanese scopriamo che la città ha poche piazze degne di tal nome, che ha una un aspetto architettonico pessimo, che non ha marciapiedi transitabili, che ha solo vie strette e tortuose, di difficile percorrenza sia per i pedoni che per le automobili, vie prive persino di segnaletica stradale. Che a parte il parco di V.le Repubblica nelle zone periferiche vi è poco verde e nessun spazio attrezzato per bambini ed anziani , che la periferia è completamente abbandonate alle erbacce, all’incuria. Che occorrerebbe una riqualificazione urbanistica, ambientale architettonica della periferia.Che sarebbe necessario, soprattutto nella periferia e nelle vicinanze delle scuole una presenza costante del Comune attraverso la figura del vigile di quartiere perché svolga funzioni di controllo, di supporto e di aiuto per ogni esigenza del cittadino.Così come sarebbe auspicabile impiegare i vigili per le primarie funzioni per le quali vengono assunti, cioè di polizia urbana, per svolgere azioni di controllo, di tutela, di prevenzione, di supporto ai cittadini, nelle vie e piazze , nelle strutture scolastiche ed altro, e non già invece utilizzarli a svolgere un lavoro amministrativo negli uffici, ad occuparsi di istruire pratiche, di svolgere mansioni burocratiche che potrebbero svolgere altri settori dell’amministrazione Comunale. In questo lacunoso programma non si tiene conto del cittadino che invece deve essere la figura centrale, la figura a cui devono tendere gli sforzi degli amministratori perché finalmente diventi il vero protagonista della politica comunale. Perché finalmente si realizzi una democrazia reale con i diritti garantiti a tutti e non i privilegi per pochi, per limitare il potere di chi governa a garanzia dei diritti di libertà dei cittadini sarebbe stato necessario istituire, così come previsto dallo Statuto del Comune, ma più in generale da una politica di valori, di garanzie, di civiltà, la figura del Difensore Civico. Ma queste problematiche, non solo non vengono attuate, ma neppure pensate da una Giunta che rappresenta il massimo della burocratizzazione politica e della lentezza di esecutività, persa in sterili discussioni programmatiche e in schermaglie partitiche senza reale progettualità. Una maggioranza con una forte connotazione di valori civili, con una vera cultura liberale, avrebbe cercato di condurre la politica comunale verso principi della massima partecipazione democratica con il coinvolgimento attivo della popolazione, primi fra tutti i giovani, attraverso l’istituzione del Consiglio Comunale per ragazzi, perchè maturino una coscienza civica consapevole, e per preparare una classe politica conscia dei diritti e dei doveri propri dei cittadini, e in secondo luogo dei cittadini della periferia e delle frazioni per attuare concretamente il decentramento amministrativo.Mi auguro che la mozione che ho presentato e che è stata approvata dal Consiglio renda giustizia ai cittadini delle frazioni perché a pieno titolo e con la dignità che compete a chi è parte svantaggiata di una città, possa partecipare alle decisioni complessive che la giunta dovrà adottare e ad amministrare autonomamente secondo le regole stabilite. A rileggere le dichiarazioni programmatiche del Sindaco, laddove enfatizzava " che si provvederà alla revisione della pianta organica mirata alla realizzazione di un organico e funzionale decentramento giuridico amministrativo soprattutto verso i quartieri periferici ( frazioni e borgate ) e con una maggioranza in cui figurano tutti i consiglieri residenti nelle frazioni, è davvero offensivo che ci sia stato bisogno di una mozione per ricordare e far rispettare il Regolamento e lo Statuto del Comune, e perché sia riconosciuta dignità alle frazioni Nel suo programma; signor Sindaco, manca del tutto una impostazione indirizzata a risolvere o quantomeno contribuire a risolvere i nodi drammatici della nostra attuale realtà sociale, il problema della disoccupazione e della grave crisi economica. Nessun progetto viene presentato in tal senso, nessuna proposta, quando invece sarebbe stato necessario impegnarsi nella ricerca di soluzioni e di azioni per favorire l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro, dando loro certezze e non promesse vane, offrendo garanzie della dignità del lavoro e non invece elemosine sotto forma di lavori socialmente utili che offendono la dignità personale degli individui. Lavori socialmente inutili che non garantiscono il lavoratore neppure nei suoi elementari diritti, costituendosi un rapporto di lavoro anomalo, con un rapporto di lavoro subordinato, di fatto, ma non garantito da normali retribuzioni sindacali né tantomeno da una posizione contributiva regolare. Di fatto sono elemosine mascherate da una parvenza di socialità e di utilità Sarebbe necessario invece puntare sulle capacità individuali dei giovani, sulla loro voglia di intraprendere in modo autonomo un percorso lavorativo consono alle loro aspirazioni, favorendone le propensioni con il supporto tecnico del Comune, sia per la consulenza che per l’espletamento delle pratiche. In questo senso avevo presentato una mozione per l’istituzione di un Gruppo di lavoro che analizzando la realtà economica, sociale, culturale, ambientale e strutturale della città e della Provincia, potesse individuare percorsi progettuali realizzabili per indirizzare i giovani disoccupati nel mondo del lavoro, tenuto conto anche delle opportunità offerte dalla Comunità Europea. Il Comune avrebbe offerto un contributo in termini di avvio delle procedure, di consulenza tecnico- amministrativa, di snellimento delle procedure burocratiche, per la realizzazione di progetti e iniziative giovanili finanziabili dalla Regione Sardegna o dalla Comunità Europea . Avevo proposto, sempre attraverso una mozione, di realizzare una struttura comunale, per la realizzare dei corsi di informatica, con docenti , macchinari e attrezzature tecnologicamente avanzate, che avevo chiamato Scuola Innovativa Computerizzata , per mettere a disposizione dei giovani, le nuove tecnologie, internet in particolare, perché potessero apprendere le nuove metodologie informatiche da sfruttare per un inserimento nel mondo del lavoro, sia attraverso un’idea propria, oppure anche con la possibilità di poter essere assunti dal Comune, attraverso una selezione, così da formare un apparato comunale più rispondente ed adeguato alle nuove esigenzeC’è un immobile abbandonato, di proprietà del comune, in Via Costa, sede un tempo dell’Ufficio di Collocamento, che potrebbe essere destinato ad ospitare questi corsi di informatica e nuove tecnologie. Un progetto simile sarebbe stato sicuramente finanziato dall’art. 19 della L.R. 24 Dicembre 98 n° 37 perché, questa sì, era una iniziativa finalizzata allo sviluppo e all’occupazione. E attraverso la realizzazione di questo progetto, sarebbe stata finanziata anche la ristrutturazione dell’immobile, in quanto necessaria e funzionale all’attività principale. Avendo constatato il grado di sensibilità dimostrato dalla maggioranza nell’affrontare problematiche di alto valore sociale e civile, anche questa mozione, così come la maggior parte delle altre da me presentate, non solo non è stata approvata, ma nemmeno venne aperta una discussione su un tema, che al di là della mozione, avrebbe dovuto almeno far riflettere. E’ certamente più importante spendere i soldi della collettività, per acquistare un’area da destinare a parcheggio per le auto dei dipendenti e degli amministratori comunali, quando poi, già proprietario di immobili inutilizzati, non riesce neppure ad alienarli, piuttosto che investire, attraverso finanziamenti comunitari, in progetti che potrebbero creare sviluppo economico ed occupazionale. Oppure contrarre mutui per una cifra complessiva di 6 miliardi per ristrutturare e completare il Palazzo di Giustizia. Questi interventi non sono di competenza Comunale ma più specificamente dello Stato e non se ne deve fare carico il Comune che ha ben altre competenze ed incombenze, considerato anche le scarse risorse disponibili. Se invece sono opere che esulano dal contesto Comunale, averle inserite nel bilancio significa solo cercare di gonfiarlo per renderlo corposo, sapendolo privo di spessore e di progettualità. Sulla Piazza Ungheria sarebbe doverosa una attenta analisi ed una programmazione seria con interventi reali perché la piazza della Stazione, attualmente abbandonata al caos più completo, senza parcheggi, con scarsa illuminazione, con una viabilità stradale di collegamento inadeguata, possa essere facilmente percorribile, decorosa, inserita in un contesto cittadino adeguato all’importanza della Stazione, perché è il primo biglietto da visita della città, il primo ingresso per chi giunge in treno.Nel programma si è previsto l’adeguamento degli ingressi città Fenosu, Silì e Via Petri, tralasciando la stazione che è uno degli ingressi primari. Occorrerebbe, anche qui, pensare in grande, pensare complessivamente lo sviluppo della città, sull’asse Porto, Aeroporto, Stazione Ferroviaria, Stazione Arst, Stazione Bus cittadini, se davvero crediamo nello sviluppo possibile del turismo, imprescindibilmente legato ai collegamenti, ai mezzi di trasporto.Ed allora progettare una Stazione non più slegata dalla città, estrema periferia, ma più giustamente inserita nella città, pensando quindi ad una Struttura comprendente la Stazione F.S. , la Stazione Arst per i collegamenti con i paesi limitrofi e dell’interno non serviti dal treno, la Stazione dei Bus cittadini, i collegamenti futuri con il porto e l’aeroporto, sia su gomma che su rotaie, sia merci che passeggeri. Occorre pensare ai parcheggi, occorre studiare ridisegnare completamente la piazza . In questo modo si imposta lo sviluppo di una città, in questo modo si nota la differenza tra una impostazione burocratica, di ordinaria manutenzione, ed una impostazione di ampio respiro, di grande valenza progettuale, di grande sviluppo. Occorrono queste progettualità, non idee confuse, generiche, vaghe per garantire una minima sopravvivenza politica. Così parlare di Centro Polifunzionale Fieristico, che come idea può essere valutata positivamente, e non specificare la zona di ubicazione, il progetto completo, in termini concretamente valutabili, si può fare in campagna elettorale ma non nella stesura del bilancio. Allo stesso modo l’illustrazione dei parcheggi periferici, che sono importanti, ma che nel documento non trovano una collocazione definita, precisa, ma, come sempre, una generica affermazione di principio, quale quella di prevedere la creazione di nuove aree di parcheggio. Impostazione da programma elettorale, non da bilancio di programmazione. Prevedere, inoltre la realizzazione di una circonvallazione a Torregrande, che colleghi la strada provinciale OR-Torregrande con la strada per il porticciolo e la Torregrande- Cabras, con la doverosa premessa che tale opera è solo di competenza provinciale, significa abusare della comprensione dei Consiglieri e della buona fede dei cittadini. Nel vostro programma non è previsto nessun intervento specifico a favore del settore commercio nonostante sia stato, sino ad oggi, il comparto trainante di tutta l’economia oristanese. Non se ne parla e non si ricercano le soluzioni per tentare di rivitalizzare questo importantissimo settore, anche in considerazione dei gravissimi danni che ha subito a causa di scellerate e incompetenti scelte politiche. Ormai, purtroppo i danni sono stati fatti, e neppure la liberalizzazione delle licenze creerà scompensi e turbative ad una realtà in continuo, inesorabile declino. La grave crisi economica, la recessione sempre più forte, il mancato sviluppo turistico, il degrado , l’impoverimento generale, ed il decremento delle nascite daranno il colpo di grazia al settore. Quello che resterà sarà un commercio diverso, virtuale dove INTERNET la farà da padrone. Occorre comunque, e lo ripeto per l’ennesima volta, impostare un nuovo Piano Commerciale, prevedendo una programmazione commerciale dal punto di vista Urbanistico, fissando delle regole e dei criteri restrittivi in relazione alla destinazione d’uso degli immobili, per garantire un tessuto commerciale omogeneo ed offrire il miglior servizio al consumatore.Ma quello che più conta è che anche il settore commercio deve essere gestito secondo il principio della legalità, da funzionari che abbiano le opportune conoscenze giuridiche, senza discriminazioni e senza più le metodologie del passato con evidenti disparità di trattamento, con il potere politico e burocratico che decideva indipendentemente dalle regole esistenti e valide per tutti, con l’alibi di interpretazioni personali e di comodo tentate da chi, peraltro senza cultura giuridica appropriata, pretendeva di gestire senza vincoli e regole certe , il settore. Ancora oggi non si riesce a svincolare il settore commercio da una burocratizzazione eccessiva e da soggettive interpretazioni. Sarebbe auspicabile che finalmente la materia venisse trattata non già dai Vigili Urbani, ma da un apposito Ufficio annona composto da personale qualificato e competente con una adeguata preparazione giuridica. Per quanto riguarda i Mercati Civici, attraverso una mozione, in un aula Consiliare condizionata da un clima ostruzionistico ed ostile nei miei confronti, avevo sollevato il problema delle carenze strutturali, igieniche, architettoniche, evidenziando il fatto che fossero strutture comunque superate e che andava rivista tutta l’impostazione sia economica che gestionale. Noto con piacere che anche l’Assessore competente condivide questa impostazione ma che concretamente ancora non se ne vedono le realizzazioni. Suggerirei all’assessore competente se davvero ha in animo di intervenire a favore del settore commercio, di battersi per l’abolizione o la riduzione al minimo della tassa sull’occupazione suolo pubblico per l’utilizzo delle tende solari negli esercizi commerciali, così come occorrerebbe abolire o ridurre ad un prezzo politico il pagamento della tassa sulle insegne luminose che consentono di sopperire alla scarsa illuminazione pubblica delle strade e a garantire ai pedoni una maggiore sicurezza . Un altro intervento indispensabile sarebbe quello di rideterminare i criteri in base ai quali si applica la tassa sui rifiuti solidi urbani, anche in considerazione che tutti gli iscritti alle associazioni di categoria hanno aderito al CONAI e pertanto in futuro , l’unico rifiuto prodotto, il cartone, verrà smaltito in modo autonomo e slegato dal contesto comunale.Per quanto riguarda la tassa sui rifiuti solidi urbani occorre rivedere i criteri e i parametri di applicazione della tassa, introducendo, per quanto riguarda le abitazioni, il criterio non già della superficie dei locali, ma del numero dei componenti il nucleo familiare. Purtroppo nonostante i miei ripetuti inviti, questa Giunta pare non sia sensibile a considerare questa impostazione nel predisporre il regolamento. Mi auguro invece che venga rivisitato e modificato il Regolamento nella direzione da me auspicata, prima di ripresentarlo all’attenzione del Consiglio per l’approvazione. Per quanto riguarda il Centro Storico, il Comune ne deve prevedere la valorizzazione con la predisposizione di un Piano per il recupero della vivibilità sociale ed economica, considerando la possibilità di concedere delle agevolazioni per il recupero degli immobili ad uso commerciale, integrato con l’inserimento di attività di artigianato urbano di pregio destinato al consumo finale. Sarebbe necessario, inoltre recuperare l’identità storica e culturale della città con la individuazione di manifestazioni collegate alla Sartiglia, con uno sviluppo turistico che chiede sempre di più la conoscenza della storia, delle tradizioni e della cultura.Per quanto riguarda la Sartiglia, occorrerebbe invece costituire un Consorzio , creando una Società con la partecipazione di tutti i soggetti attivamente coinvolti nella manifestazione, Comune, Gremi e Cavalieri, perché oltre che a gestire la manifestazione e a promuoverne l’immagine , organizzi manifestazioni e spettacoli di contorno e sfrutti la manifestazione anche in termini economici, a vantaggio della stessa Sartiglia e delle altre manifestazioni collaterali. L’organizzazione della Manifestazione, alla luce degli ultimi avvenimenti, deve essere sempre più improntata alla ricerca della sicurezza, sia degli spettatori che dei cavalieri e cavalli che la ricerca della spettacolarità fine a se stessa e dell’improvvisazione, oltre che di certe pessime consuetudini che consentono di far sostare e agire all’interno della pista su cui corrono i cavalli, personaggi di vario genere, più o meno legati alla manifestazione. Per ciò che riguarda il turismo, vi sono solo generiche affermazioni di impegno futuro, nessun progetto, nessun impegno specifico, oltre il tentativo della società Sipsa e del campeggio Spinnaker. Ma sono solo tentativi di privati slegati da una programmazione comunale che interessi tutto il territorio. Eppure abbiamo abbondantemente discusso in Consiglio sul possibile sviluppo turistico di Torregrande, senza che la Giunta sia riuscita a tradurre in proposte concrete il dibattito consiliare.Eppure nelle dichiarazione programmatiche del Sindaco si legge che " bisogna impegnarsi per la realizzazione di un ippodromo o di piste per il galoppo ed un centro di medicina riabilitativa del cavallo ". E’ indispensabile puntare sulla valorizzazione di Torregrande dal punto di vista turistico, commerciale, sportivo ed ambientale in un contesto di sviluppo turistico complessivo di tutta la Provincia. Occorre allora razionalizzare gli interventi, coinvolgendo i privati garantendo certezze progettuali, servizi, collegamenti, con insediamenti ricettivi e non più seconde case. Sarebbe utile realizzare micro stabilimenti balneari con strutture prefabbricate, amovibili, dislocati in varie zone della spiaggia, oltre a zone giochi per bambini. Per quanto riguarda il Porticciolo turistico è indispensabile una valorizzazione delle potenzialità integrate commercio al dettaglio – artigianato, connessa all’attività tipica dei porti turistici, con l’aggiunta di servizi culturali e di trasporto. In questo programma così scarno, poco comprensibile e trasparente, ridotto quasi esclusivamente alle manutenzioni, si eleva solo il progetto, condivisibile ed apprezzabile, della riqualificazione del Foro Boario e l’altro, difficilmente realizzabile, pura utopia politica, la realizzazione del parco fluviale. Null’altro. Queste idee presentateci nella vostra relazione, sarebbero riduttive anche per stilare un programma elettorale, diventano insignificanti per un bilancio di un capoluogo di provincia. Nulla che sia veramente concepito per lo sviluppo reale della città, tradendo lo stesso vostro intendimento di riportare Oristano, a città guida del territorio. Per tutte queste ragioni, perché nel programma non si intravvede neppure un motivo di speranza per la risoluzione dei gravi problemi che affliggono la collettività comunale, perché non vengono neppure affrontate le vere tematiche di sviluppo della città per garantire una crescita economica, sociale e culturale , voterò contro l’approvazione del Bilancio. Comune di Oristano Or –02 –03- 2000 Bilancio anno 2000 Domenico Cugusi
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